
IL COTO DOŃANA - il Serengeti d'Europa
di Alberto B. Scalia

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Cavalli al guado ne "la Madre de las Marismas" |
Esistono posti che, nell’immaginario di ognuno di noi, rappresentano la somma delle emozioni, delle passioni e delle aspirazioni che un luogo di questo pianeta possa dare. Potrebbe essere, ad esempio, il caso di un fondale delle Maldive per un subacqueo, o dell’Himalaya per uno scalatore o ancora di un parco africano per un amante degli animali selvatici. Alle foci del fiume Guadalquivir, nel Sud della Spagna, nella splendida regione dell’Andalusia, esiste uno di questi luoghi che probabilmente rappresenta per il fotografo naturalista, ed in particolare per quello che si interessa di fotografia di avifauna, la somma di tutte le aspirazioni che egli possa avere.
IL PARCO
Il parco del Coto Doñana è uno dei parchi più estesi d’Europa
ed interessa l’area della foce del fiume Guadalquivir in un triangolo compreso tra le città di Siviglia,
Jerez e Huelva. Rappresenta il secondo
complesso di zone umide per importanza dell’Europa
occidentale dopo il Waddensee (il tratto di costa che
va dall’Olanda al territorio danese). Il Coto Doñana
è la più estesa area protetta spagnola,
riserva della biosfera per l'UNESCO e Patrimonio dell'Umanità
dal 1994. Istituito nel 1978,
è costituito da due distinte aree: il Parco
nazionale che occupa una estensione di 50.174 ettari
e l’adiacente e omonimo Parco
naturale (chiamato Entorno
de Doñana) di 53.709 ettari. Lorigine del
nome del parco è da far risalire al XVI secolo
quando il settimo duca di Medina costruì un palazzo
per la sua sposa, Doña
Ana Gómez de Mendoza y Silva. Le terre circostanti
presero presto la denominazione di Bosque
di Doña Ana o Coto
de Doña Ana, finché il nome si contrasse
fino a quello che oggi conosciamo.
Il Coto Doñana è terra di spazi immensi
e di contrasti estremi: è ponte tra l’Europa
e l’Africa; è stretta tra l’Atlantico
ed il Mediterraneo. Si trova tra due continenti e proprio
per questo presenta una concentrazione quantitativa e
qualitativa di specie inimmaginabile altrove. Quasi la
metà delle specie di uccelli europee (di
cui circa un centinaio stanziali ed altrettante migratorie)
per una somma di circa sei milioni di individui transita ogni anno per queste terre.
Oltre ciò è di somma importanza per la presenza
di alcune specie estinte altrove quali la Lince iberica
o l’Aquila imperiale spagnola. Annovera, inoltre,
specie animali estremamente interessanti quali il Cervo,
il Cinghiale, la Lontra, il Gatto selvatico, la Puzzola
e la Genetta. Un caso particolare e quello del Camaleonte
africano presente in Europa solo in queste aree. Tra gli
anfibi, il Tritone marmorato, il Rospo ostetrico, il Rospo
calamita. I rettili sono ben rappresentati con specie
quali la Lucertola ocellata, la Testuggine greca, il Colubro
lacertino, il Colubro ferro di cavallo, la Natrice viperina,
la vipera di Lataste. |

la Madre de las Marismas è la
maggiore delle paludi salmastra perennemente allagate |
GLI
AMBIENTI
Come già accennato il Coto Doñana è
in realtà costituito da due distinte aree: il Parco
Nazionale, strettamente protetto, che occupa la parte
più pregiata e più vicina al mare ed il
Parco Naturale o Entorno de Doñana,
all’esterno della prima area di cui rappresenta
la naturale continuazione, con regole meno restrittive
ed in cui è permesso l’accesso in fuoristrada. L’ambiente naturale, vastissimo (più di 100.000
ettari) presenta tre ecosistemi
principali:
I Cotos (cioè la
parte stabile del parco) un vastissimo terreno incolto
inframezzato da sugherete, boschetti di pino domestico,
corbezzolo, frassino. È’ questo il regno
dei rapaci (Aquila
imperiale, Aquila minore, Poiana, Nibbio reale, Nibbio
bruno, Biancone, Gheppio etc.), dei passeriformi (usignoli, averle ect.) e di vere rarità (Cuculo dal ciuffo, Succiacapre collorosso etc.). Due
casi particolari sono quelli della Gazza
azzurra presente solo qui ed in Portogallo e riscontrabile
in Europa solo in Asia orientale a più di 8.000
km di distanza e del Camaleonte
africanopresente unicamente in alcune ristrette
aree del parco (unico sito in Europa).
Le Marismas, cioè
l’intricato intreccio delle paludi salmastre formate
dal Guadalquivir e dagli altri vecchi bracci del fiume,
lagune, pianure ricoperte da salicornia, canali e giuncheti.
Questo è l’ambiente in cui si concentra la
maggior parte delle specie di uccelli, specialmente di
quelli acquatici, alcune delle quali, specie in inverno,
presentano concentrazioni immense di individui (70.000
oche selvatiche, praticamente tutte le specie di anatidi
europee con punte di 150.000 - 200.000 individui, gli
uccelli di ripa con Beccaccie di mare, Pivieri e Pivieresse,
Chiurli, Pittime reali e comuni, Pavoncelle e un numero
notevole di passeriformi). Rimarchevoli, in termini quantitativi,
le presenze tra gli svernanti del Tarabuso, dell’Airone
guardabuoi e soprattutto della Cicogna bianca. E naturalmente
molti rapaci svernanti
predatori quali falchi Pellegrini e Pescatori. Nelle marismas
esistono poi una serie di sottoambienti essenziali alla vita di tutto l’ecosistema del Doñana:
Le vetas aree sopraelevate,
allagate e solo nei periodi di grandi inondazioni e luogo
di nidificazione dei limicoli quali Cavalieri d’
Italia e Avocette. I lucios,
i terreni più bassi, che rimangono completamente
allagati per tutto il periodo dell’anno preferiti
in particolare da fenicotteri ed Avocette. Le quebradas acque superficiali basse, costantemente inondate e quindi
luogo di pastura ideale per i limicoli.
Infine i caños cioè
i canali naturali che tengono in vita la marisma, luogo
prediletto dalla rarissima Folaga crestata e dal Pollo
sultano. Infine il terzo ecosistema è rappresentato
dalle spiagge di dune mobili,
situate tra il mare e le paludi, disposte su quattro fronti
e larghe sino a 5 km, in eterno cambiamento a causa del
mare e del vento che le modellano spingendole verso il
fiume che le riporta poi al mare ricominciando il ciclo. |

El Rocio, villaggio fuori dal tempo
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LA VISITA E LA FAUNA
Ho avuto la fortuna di visitare questo splendido luogo
ricavando sensazioni, emozioni (e fotografie) che, credo
mi faranno compagnia per parecchio tempo. Premetto che
ero in viaggio turistico con la famiglia, per cui ho
potuto dedicare al Parco ed alla fotografia solamente
due giorni pieni ed una mattinata. Molte delle cose
che ho visto le ho potute appena assaporare e molte
altre non ho potuto vederle. Credo che, per apprezzare
appieno questa natura estrema, siano necessari non meno
di 7-10 giorni. E vista l'estensione degli spazi un'automobile
(meglio un vero fuoristrada) si rende assolutamente
necessaria. E' vero che vi sono molti operatori turistici
del luogo che organizzano svariate forme di safari in
Land Rover; Ma, a parte il fatto che i costi non sono
proprio economici, si sà che il fotografo naturalista
è anarchico per antonomasia, ed ama muoversi
liberamente e con i propri tempi. Comunque nel villaggio
de El Rocio opera Discovering
Doñana (www.discoveringdonana.com)
fondata dai coniugi italiani Claudio e Marina Manetti
che vi farà vivere il parco "dal di dentro"
come amano dire loro.
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il caratteristico villaggio de El Rocio, proprio al
limte da la Madre de las Marismas centro di partenza obbligato
per una visita al Parco
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EL ROCIO E LA MADRE DE LAS MARISMAS
A chi, comunque avesse organizzato la visita con i propri mezzi, consiglio di passare almeno un giorno al villaggio di El Rocio. Qui, tra l'altro vi sono alcuni ottimi alberghi in cui si potrà soggiornare anche se personalmente preferirei alloggiare nel paese vicino di Matalascañas per diversi motivi. Intanto El Rocio è un villaggio pressocchè deserto per lunghi periodi dell'anno. Non ha strade asfaltate (anzi la sabbia è molto fine) per cui se siete allergici o vi da fastidio la polvere, non è proprio il posto per voi. Inoltre è situato proprio ai margini della marisma con gli ovvi inconvenienti realtivi ad umidità e mosquitos (zanzare). Di contro se amate le vacanze spartane e avete spirito di adattamento questo villaggio saprà regalarvi atmosfere e momenti fotografici fantastici. Basti pensare che la "passeggiata" del paese corre lungo il margine della palude e dalle panchine di tale passeggiata, potrete fotografare (a portata di un 500 mm) limicoli ed acquatici di tutti i tipi, nibbi reali e bruni (qui veramente onnipresenti), fenicotteri, mignattini, aironi, spatole ed ogni altro ben di Dio.
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Pittime reali fotografate dalla passeggiata
de El Rocio
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I Fenicotteri rosa danno una macchia di colore alla marisma
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Garzetta in caccia
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Se poi volete vivere una esperienza indimenticabile
(ed adrenalinica) El Rocio saprà offrirvi tutto
ciò:
Infatti questo paese è noto in tutta la Spagna
per una festa che vi si tiene: in realtà è
ben più di una semplice festa e rappresenta un
rituale che vede conivolte migliaia di persone. Durante
la Semana Santa (che
ricorre la prima settimana di Giugno), decine di migliaia
di Gitani provenienti
da tutta l'Europa si riuniscono qui per un pellegrinaggio
che ha come meta ultima l'omaggio alla Vergine, il cui
culto si professa all'interno della cattedrale al centro
del paese. In questo periodo El Rocio si trasforma in
una esplosione di vita, colori, luci, danze e flamenghi.
E più di qualche fotografo ha fatto la sua fortuna,
in Spagna, ritraendo volti e situazioni di questa festa.
Comunque, al di là della avifauna fotografabile
nella Marismas e della festa della Semana Santa, ciò
che mi spinge a consigliare questo luogo come punto
centrale per l'esplorazione del Coto Doñana,
è soprattutto il fatto che da qui partono le
piste che si inoltrano nel Parco Naturale, quello quindi
in cui sono consentite le escursioni in fuoristrada,
e da cui, tra l'altro partono i safari organizzati.
Se volete farvi un quadro ancora più preciso della situazione vi
consiglio caldamente di visitare il sito di Discovering
Doñana
che è stato per me una miniera inesauribile di
informazionie utili. Tra l'altro vi potrete trovare
indicazioni su tutti i percorsi (senderos)
turistici fruibili del parco, l'indicazione degli hot
spot per gli avvistamenti dell'avifauna, le liste
di tutte le specie del parco (con i nomi scientifici
e le traduzioni in inglese ed in spagnolo) e moltissime
altre informazioni.
Tra l'altro, in questo sito, c'è anche una cartina
del paese, sommaria ma utile, in cui è visibile
l'anello di strada sterrata che vi porterà alle
piste percorribili in fuoristrada. Un consiglio: munitevi
di un fuoristrada vero perchè le piste sono costituite
da sabbia finissima alta, alle volte anche mezzo metro,
in cui è facile bloccarsi. E sono piste veramente
sperdute in cui potrebbe essere complesso anche il soccorso.
Se avete un mezzo all'altezza (che potete
anche noleggiare) allora preparatevi ad un vero safari
fotografico. Io ho trascorso una giornata intera a scorazzare
in lungo ed in largo ed ho trovato praticamente di tutto.
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Una cicogna confidente fotografata dall'automobile
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Le cicogne sono una presenza costante del parco nel
mese di giugno. In pratica ogni traliccio dell'alta
tensione all'interno dell'area protetta del Parco Nazionale
aveva almeno un nido con un piccolo covato.
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Civetta in pieno controluce
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In una delle piste sabbiose all'interno del parco mi
sono imbattuto in questa Civetta che sembrava veramente
"ancorata" al tronco.
Per poterla fotografare, infatti ho dovuto fare veramente
molta confusione. Il tronco su cui stava posata era
al centro di una pista con molta sabbia in una zona
non battuta. Per cui per portami a distanza utile ho
dovuto "fare un pò di rumore" che però
l'ha lasciata del tutto indifferente e tranquilla.
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Airone guardabuoi
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Spatola |
Gli aironi sono molto numerosi, anche se il periodo
migliore non è certo l'estate (tranne che per
i Guardaboui). Durante l'inverno infatti, in alcune
zone del parco (in particolare nella Marisma
Josè Antonio Valverde) si assiste a concentrazioni
di milgiaia di esemplari.
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I Gruccioni sono presenti in mumerosissime colonie un pò ovunque
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le aree di visita sono tenute in modo esemplare:
da la Rocina partono numerosi sentieri facilmente percorribili
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LA ROCINA
Proseguendo sulla strada che da El Rocio porta a Matalascañas,
dopo neanche un Km, si incontra, sul lato destro della
strada il Centro Informazioni
de La Rocina.
La sosta è d'obbligo: intanto per la gentilezza
del personale che farà di tutto per facilitarvi
la visita fornendovi tutte le informazioni di cui avete
bisogno (ma attenzione a rispettare le regole perchè
sono tanto intransigenti quanto gentili); inoltre alle
spalle del centro visita partono dei sentieri pedonabili,
per circa 4 km di lunghezza
complessiva, che vi porteranno ai margini di una splendida
palude ricca di uccelli acquatici di ogni tipo. Prima
di tutto una raccomandazione che vale per tutte le visite
nel parco. Non dimenticate mai di portarvi dietro molta
acqua ed un copricapo per proteggervi dal sole. Qui
non si scherza e temperature di 38-40 gradi sono letteralmente
all'ordine del giorno. Di contro i sentieri sono tutti
comodissimi, spesso in ombra e realizzati con passerelle
in legno, anche passanti, che rendono l'escursione una
passeggiata. Nelle parti terminali sono spesso nascosti
da pareti protettive che vi permetteranno di non essere
visti dagli animali. Una nota personale: vedendo i molti
km di sentieri così ben tenuti e realizzati non
posso fare a meno di pensare alle difficoltà
che trovo in molte aree protette italiane proprio per
l'approssimazione nella gestione della sentieristica.
Tra l'altro le informazioni sulle tabelle sono estremamente
chiare. I capanni di avvistamento poi sono spettacolari.
Per la verità sono un pò distanti dalla
palude ed in posizione sopraelevata, ciò che
li rende perfetti per i birdwatcher ma meno utili per
il fotografo. Questo però non è un grosso
problema perchè lo stesso sentiero, in alcuni
tratti vi porterà al limite della Marismas dove,
molto probabilmente, farete incontri interessanti.
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Garzette ed aironi di ogni tipo si trovano ovunque
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Inoltre il consiglio è di tenere
gli occhi aperti sia verso il bosco (o meglio la pineta)
in cui si inoltra il sentiero per lunghi tratti che
verso le aree dove la pineta si allenta lasciando il
posto a cespugli e bassi alberi di tamerice. E' frequente,
infatti, l'incontro con famigliole di cinghiali molto
confidenti oltre che di cervi. Si consideri poi che
questo è proprio l'areale dove più frequentemente
viene avvistata la Lince iberica. L'eventualità di un incontro è,
per la verità, molto rara anche a detta delle
guide del centro, ma ... non si sa mai.
Un discorso a parte meritano le cicogne: nel periodo
della mia visita, cioè la metà di giugno,
praticamente ogni traliccio visibile nell'area del parco
conteneva almeno un nido con il piccolo covato. All'inizio
del sentiero Algaida del Meloncillo,
che parte come diramazione del sentiero ad anello de
La Rocina (troverete mappe gratuite per ogni sentiero
ed in ogni centro del parco), dopo un breve tratto sopraelevato
all'interno di un boschetto, non appena usciti nuovamente
all'aperto, c'era ad un centinaio di metri di distanza
un grosso traliccio elettrico sul quale c'erano ben
tre nidi di cicogna in circa due metri : ad un certo
punto c'erano, in quei due metri , ben 9 cicogne, tra
piccoli e genitori. Se vi piacciono le cicogne ed avete
pazienza ... buon divertimento! |

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La Gazza azzurra (Cyanopica Cyana) è uno straordinario endemismo del Parco del Coto Doñana
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ACHEBUCHE
Acebuche è il maggiore dei centri visita del
Coto Doñana. Si trova sempre sulla strada che
da El Rocio porta a Mataslascañas, ad una distanza
di 11 km dal villaggio e su di una devizione a destra.
Questo è un ottimo posto per una giornata e magari
anche per un pranzo, visto che c'è anche un ottimo
ristorante. E', inoltre, il miglior posto per acquistare
libri, cartine e materiale sul Parco. Ma la ragione
principale che vi poterà in questo luogo e che
si tratta del miglior spot per osservare ( e fotografare)
uno degli endemismi più notevoli del Coto Doñana
e cioè la Gazza azzurra (Cyanopica cyana).
Già nell'area pic-nic ce ne sono decine e molto
chiasssose. Quando ho visitato il centro ho avuto la
fortuna di trovare dei covoni di legna accatastata a
formare delle piccole piramidi. Le gazze si posavano
in cima a questi mucchi di legna, penetravano all'interno,
catturavano dei piccoli coleotteri e ..... posavano
gentilmente per il fotografo. Una visita qui non vi
deluderà di certo.
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il Nibbio bruno è una presenza costante
nel Coto Doñana
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Non trascurate di rivolgere lo sguardo
al cielo. il Coto Doñana può, a ragione,
essere definito il paradiso dei rapaci: Aquile imperiali
spagnole, Aquile minori, Poiane, Nibbi reali, Nibbi
bruni, Bianconi, Gheppi e molti altri rapaci riempono
i cieli del Parco. In particolare sono rimasto impressionato
dall'enorme numero di Nibbi bruni (ne ho contati fino
a 40 tutti insieme) che sorvolano le marismas in cerca
di prede. Tra l'altro, sono dei soggetti splendidi fotograficamente
parlando perchè, in certi posti, sembrano letteralmente
ignorare il fotografo sotto di loro.
CONCLUSIONI
Questo resoconto non può e non
vuole essere esaustivo di tutto ciò che il parco
del Coto Doñana può offrire al fotografo
naturalista o al birdwatcher che lo visitino. Come premesso
sarebbero necessari molti giorni per comprendere appieno
l'anima di questo straordinario ambiente. Si potrebbe,
per esempio, parlare dello straordinario ecosistema,
unico in Europa, delle dune
mobili e delle dune fossili,
che in questo spazio non vengono citate. Oppure di un
endemismo che da solo giustificherebbe un viaggio in
questo lembo estremo del sud d'Europa, e cioè
il Cameleonte africano
presente solamente qui e, tra l'altro, in aree molto
localizzate.
Questo articolo rappresenta solamente il tentativo di
condividere, in qualche modo, emozioni e sensazioni
che un posto straordinario come il Parco del Coto Doñana
potrà regalare a chi voglia e sappia recepirle
e, oltre ad un invito a godere di questi luoghi, un
tentativo di rendere, in qualche modo, più agevole
l'organizzazione di un non facile viaggio che, una volta
compiuto, non abbandonerà i vostri ricordi per
molto tempo.
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Alberto B. Scalia
tutte le immagini ed i testi riservati |
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